Aspettare un bambino, farlo nascere e crescere in una terra straniera è un’impresa difficile.
Per le donne immigrate la gravidanza, il parto e i primi anni di vita del bambino sono una fase di particolare vulnerabilità, che provoca spesso disorientamento, nostalgia del paese d’origine, perdita di autostima e di fiducia nelle proprie capacità di essere una “buona” madre.

Madri in difficoltà ma anche donne piene di forza e risorse, protagoniste delle proprie storie, capaci di trasformare le difficoltà dei loro percorsi in esperienze positive, per affrontare il domani.

La solitudine, il confronto culturale con le madri italiane, la necessità di individuare nuove figure di sostegno senza perdere i legami del passato; quale tipo di educazione dare ai propri figli: questi ed altri temi che la donna immigrata vive in sè stessa in un continuo percorso per impedire da una parte la chiusura all’interno del proprio gruppo etnico, e dall’altra aiutare i figli a non perdere la propria identità e le proprie radici.