Il primo laboratorio sulle disabilità visive del progetto Paesaggi visivi e sonori si è svolto a Mamoiada presso il Museo delle Maschere Mediterranee, gestito dalla cooperativa Viseras insieme al Museo Mater e al Museo della Cultura e del Lavoro.
Il laboratorio teorico-pratico di sensibilizzazione sulle disabilità visive era diretto ad offrire agli operatori museali una panoramica sulle tipologie di disabilità visiva e un vocabolario comune sul tema. Porre l’accento sulla molteplicità e non su una sola tipologia di disabilità: esiste la persona cieca e anche il mondo dell’ipovisione, che comprende una serie di compromissioni della vista differenti che necessitano di una serie di misure variegate.
Nel corso del laboratorio gli operatori del museo si sono messi in gioco nella sperimentazione sensoriale: il tatto, l’olfatto e l’utilizzo di bende per comprendere quanto cambia la percezione del mondo senza l’uso della vista. Una visita guidata del museo con le bende ha permesso agli operatori di farsi guidare all’interno della struttura dai colleghi senza benda. L’interazione con lo spazio e con gli elementi che lo compongono spinge le persone a toccare, manipolare, odorare e ascoltare – spesso con maggiore attenzione.
Nel corso del secondo incontro pratico con gli operatori del MaMu di Mamoiada, grazie alla presenza di Monica e Paola Taula dell’ANPVI Cagliari – Associazione Nazionale privi della vista e ipovedenti – gli operatori si sono potuti confrontare con le esperienze dirette di una persona cieca assoluta e una ipovedente grave.
Il racconto della loro quotidianità e delle difficoltà causate dalla scarsa conoscenza delle problematiche visive ha permesso agli operatori di colmare le loro curiosità sulla percezione che le persone cieche e ipovedenti hanno delle strutture museali nelle quali vengono accolte. Attraverso la guida di Monica e Paola hanno potuto individuare le misure adatte da mettere in pratica per rendere il museo accessibile e le sue opere “visualizzabili”.
La visita guidata offerta a tutti i visitatori inizia dalla sala multivisione dove la voce di Bachisio Bandinu accompagna il visitatore alla scoperta di forme, colori, indumenti e atmosfere del carnevale mamoiadino. La narrazione del video è particolarmente suggestiva e l’accompagnamento con i suoni più tipici dei campanacci offre al visitatore una totale immersione nella tradizione del paese, anche a distanza.
L’impatto emotivo del suono ha colpito subito Monica, che ha condiviso il racconto del suo primo incontro con le maschere di Mamoiada, nel corso di un Sant’Antonio di qualche anno fa. I suoni furono i principali protagonisti: l’uscita delle maschere in una serata di gennaio particolarmente uggiosa fu accompagnata dall’eco dei campanacci, che annunciarono l’arrivo dei Mamuthones, prima che il resto dei visitatori se ne accorgesse.
l’emozione delle maschere come quella volta non l’ho mai più percepita, e i suoni dei campanacci sono ancora – per me – un qualcosa di magico
Una prima proposta avanzata da Monica e Paola è stata quella di pensare al posizionamento di una serie di suoni e registrazioni lungo l’intero percorso del Museo delle Maschere Mediterranee.
Le indicazioni fornite da Monica e Paola hanno accompagnato il resto della visita e gli operatori si sono concentrati in descrizioni accurate che permettessero loro di visualizzare le maschere e le loro sembianze, il loro vestiario e la loro presenza, toccando ogni elemento per percepirne le forme e i materiali. La Filonzana, gli Isshoadores e i Mamuthones sono diventati immagini vive nella loro mente, visualizzabili e percepibili nella loro figura e nel loro significato.
Le strategie da mettere in atto per garantire a tutti di visitare e fruire del museo sono costituite anche da piccoli accorgimenti, che uniti alla grande disponibilità e professionalità degli operatori compone il quadro per una cultura accessibile a tutti. Conoscere la realtà delle persone con disabilità visive ha permesso agli operatori di affrontarle senza timore e superare i luoghi comuni e le resistenze che spesso si hanno verso ciò che non si conosce.
Il risultato di queste 10 ore di lavoro sulle disabilità visive sono riassunte in questa breve pillola video, e nella loro versione integrale faranno parte del video finale dei Paesaggi visivi e sonori di Mamoiada.
Per me il mondo da vedente continua ad esistere, io continuo a visualizzare: se qualcuno mi descrive qualcosa, quel qualcosa diventa immagine nella mia mente”
PAESAGGI VISIVI E SONORI DI MAMOIADA